In memoria di Arrigo Levi

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La morte di Arrigo Levi, avvenuta il 24 agosto a Roma, suscita in me, in mio fratello Enrico e, più in generale, in tutti noi della Fondazione Giorgio Bassani, di cui è stato appassionato membro fondatore e in seguito membro del comitato d’onore, profonda commozione e pena. Via via, durante tutti questi anni, abbiamo imparato a scoprirlo, a cogliere tutto il vigore morale dell’uomo e del saggio, a misurare la saldezza degli ideali democratici che costantemente animavano il giornalista e lo scrittore, l’indipendenza e vastità degli orizzonti culturali del grande intellettuale, nonché la calda umanità e la sottile, affettuosa ironia dell’uomo. 

Arrigo purtroppo se ne va e starà a noi continuare a tenerlo vivo, a tenere viva la sua stupenda figura! Risuona dentro di me (l’ho conosciuto fin da quando ero bambina, nella nostra casa di Roma a Via De Rossi…), dentro di noi, la sua voce dal tono così suggestivo, carica degli accenti familiari e primigeni della terra d’Emilia, ma segnata anche dagli strappi, dalle improvvise coloriture del poliglotta, del viaggiatore, del cittadino del mondo, quale era appunto Arrigo.

Nato a Modena il 17 luglio del 1926, Arrigo Levi emigra a Buenos Aires con la famiglia per sfuggire alle persecuzioni razziali. Lì inizia la carriera di giornalista. Laureato in filosofia a Bologna, si arruola nell’esercito israeliano, poi lavora alla Bbc, alla Gazzetta del Popolo e al Corriere della Sera, e sarà anche corrispondente da Londra e da Mosca. Nel 1966 è in Rai come conduttore e coordinatore del Tg. Dal 1973 al 1978 è direttore della Stampa di Torino. Sarà infine consulente per la comunicazione del Quirinale dal 1997 al 2006 con Carlo Azeglio Ciampi e Giorgio Napolitano. 

Ci è grato qui riprodurre il saggio del nipote e valente studioso Enzo Neppi, scritto in occasione del centenario di Giorgio Bassani (2016): esso riflette sulle simili eppure diverse origini ebraico-borghesi delle due figure, sulla loro appassionata vocazione democratica e cosmopolita, sulla ostinata e coraggiosa battaglia laica e patriottica costantemente combattuta da questi due grandi italiani.

Paola Bassani