E’ un grande onore per la Fondazione Giorgio Bassani, è motivo per lei di grande orgoglio e gioia, il fatto di sentirsi oggi circondata da tante persone che la accolgono e la salutano, per inaugurarne la sede qui a Casa Ariosto, da tante persone che tengono a lei, che credono in lei e la incoraggiano ad andare avanti !
I nostri più vivi ringraziamenti vanno prima di tutto alle autorità che ci onorano della loro presenza, ma anche alle autorità assenti, che ci seguono con uguale affetto e benevolenza , e cioè : il ministro Dario Franceschini, il sindaco di Ferrara Tiziano Tagliani, il vicesindaco Massimo Maisto, il prefetto di Ferrara Michele Campanaro, il sindaco di Codigoro Alice Zanardi, il presidente del Meis Dario Di Segni, la direttrice del Meis Simonetta della Seta, i due presidenti del Comitato nazionale per le celebrazioni della nascita di Giorgio Bassani, e cioè il prof. Giulio Ferroni e il dott. Daniele Ravenna, il rabbino capo della Comunità ebraica di Ferrara, Luciano Caro e il presidente della stessa, Andrea Pesaro, il rettore dell’Università di Ferrara, Giorgio Zauli, qui rappresentato dal prof. Michele Pifferi, la dirigente scolastica prof.ssa Mara Salvi, del Liceo Ariosto , venuta qui con la prof.ssa Monica Giori ed un gruppo di studenti, la prof.ssa Silvana Onofri che, oltre che presidente dell’Associazione Arch’è, è membro del comitato scientifico della Fondazione Giorgio Bassani e sua referente per questa sede di Ferrara, la dott.ssa Antonella Guarnieri, responsabile del Museo del Risorgimento e della Resistenza di Ferrara, oltre che membro, anche lei, del comitato scientifico della nostra Fondazione.
E qui tengo a sottolineare che sia il Liceo Ariosto, sia Arch’é, sia il Museo del Risorgimento e della Resistenza, sono partner insostituibili per tante nostre iniziative .
Un grazie di cuore e davvero particolare, d’altra parte, va al dott. Angelo Andreotti, direttore di Casa Ariosto, e al suo braccio desto dott.ssa Isabella Capanna, che tanto abbiamo sollecitato soprattutto in questi ultimi tempi e tanto ci hanno accontentato, e ugualmente a tutti coloro –impiegati, tecnici, volontari - che si avvicendano qui a Casa Ariosto, sempre molto gentili, premurosi, disponibili con noi.
Un grazie caldo e vivissimo va anche a tutti coloro che , tra stretti membri della Fondazione Giorgio Bassani e, più in generale, nostri fedeli amici e sostenitori, ci hanno accompagnato e offerto prezioso aiuto nelle varie fasi di allestimento e organizzazione di questi spazi. Per quanto riguarda gli stretti membri, penso –e cito in disordine, scusandomene, ai vicepresidenti Enrico Bassani e Teresa Corda, penso ancora una volta a Silvana Onofri e a Antonella Guarnieri, penso a Gioia Galeotti Rizzo, a Mirella Haggiag, a Matteo Bianchi, a Maria Luisa Vaccari, a Andrea Susmel, a Gaia Litrico, a Paola Italia.
Per quanto riguarda la cerchia più ampia, quella degli amici e sostenitori, mi è particolarmente grato nominare –ma anche qui nel disordine e di nuovo me ne scuso- Angela Ghinato con suo figlio Niccolo’, Nadia Corrado, Gianna Boghesani con il suo Garden Club di Ferrara, Giulia Vullo, Cristina Montagnani, Rosy Cupo, Fancesca Cappelletti, Costanza Cavicchi, Gianna Braghin, Elisabetta e Vittorio Sgarbi, Stefania Eusebio, Paolo Cornelini, mio marito Lucien Pacht, Annarita Zazzaroni, Brigitta Loconte, Alba Donati, Simonetta della Seta (ancora una volta) e tutta la sua squadra del Meis, Laura Barbaro e Andrea Maggi dell’Università di Ferrara, Gabriele Manservigi e il suo Gruppo Lumi di Bondeno, il poeta Carlo Antonio Gobbato, nostro grande mecenate, e infine– lo scopriamo proprio ora e con grande gioia - un altro nostro grande mecenate, lo scultore Alfredo Filippini.
Un grazie caldo e vivissimo va peraltro a tutti voi qui presenti amici e ammiratori di Giorgio Bassani, e ugualmnte agli amici assenti, ma che ci sono vicini col pensiero.
Oggi per noi è una giornata davvero importante, direi anzi storica, perchè ricca di significato.
Inauguriamo la sede ferrarese (perchè la nostra sede di Codigoro sussiste, ed è ben viva e attiva, questo va fortemente sottolineato), inauguriamo dunque la sede ferrarese della Fondazione Giorgo Bassani, istituzione fortemente auspicata poprio da nostro padre fin dagli anni 1980 e che mio fratello Enrico ed io, per corrispondere appunto alle sue volontà, abbiamo creato nel 2002 (16 anni fa) e via via e sempre meglio abbiamo costruito insieme con alcuni membri della nostra famiglia, con alcuni stretti amici nostri e di nostro padre e, più in generale, grazie all’aiuto di tanti illustri rappresentanti del mondo della cultura, ma anche grazie al generoso sostegno del Ministero dei Beni Culturali (MIBACT), della Fondazione Cassa di Risparmio di Ferrara, della Regione Emilia -Romagna.
In questi spazi di Casa Ariosto abbiamo pouto finalmente riunire gran parte del materiale – patrimonio della Fondazione Giorgio Bassani -finora sparso qua e là (tra Meis, Università di Ferrara, Roma- a casa di nostra mamma e a casa di Mirella Haggiag : e qui non posso non sottolineare, piena di gratitudine, con quanto amore e cura tale materiale è stato custodito in questi vari luoghi…).
E’ cosi’ che abbiamo potuto ricostruire lo studio romano di nosto padre, quello di casa sua, di sua moglie e dei suoi figli, dove lui ha scritto gran parte delle sue opere, lo studio con il tavolo e la macchina da scrivere, lo studio con i suoi libri, alcuni ricchi di note autografe, firme di possesso e preziose dediche, altri ereditati dal nonno materno, Cesare Minerbi, lo studio con molte delle sue carte, con fotografie, con giornali e riviste d’epoca, con altri oggetti personali (gli occhiali, la pipa, ecc.) e dipinti, nonché con alcuni dei suoi manoscritti fondamentali : « Una notte del ’43 », le più di duemila pagine de « Il giadino dei Finzi-Contini », a cui si aggiungono il manoscritto di poesie appena donato da Carlo Antonio Gobbato, l’insieme davvero cospicuo di carte e lettere dell’epistolario, altri manoscritti tra cui quello de « Gli occhiai d’oro », foto, taccuini, ecc . Questo ultimo materiale ( i taccuini, « Gli occhiali d’oro » , l’epistolario, gli altri manoscritti, ecc.), facente parte dell’archivio eredi Bassani, è dunque ugualmente presente qui in Fondazione e a disposizione degli studiosi, perchè tutto digitalizzato.
Un luogo ampio, calmo e ben attrezzato questo di Casa Ariosto, dove sarà possibile accogliere adeguatamente studiosi e appassionati di Giorgio Bassani e organizzare molteplici attività (conferenze, convegni, mostre, spettacoli, proiezioni, ecc.)
Casa Ariosto: la casa dove ha vissuto il sommo poeta dell’ « Olando furioso », la casa da lui evocata in questi termini – è un’epigrafe- sulla facciata : « parva sed apta mihi », « piccola ma adatta a me », una casa dunque né troppo grande né troppo piccola, una casa comoda, borghese, mezza di città e mezza di campagna, situata a dovuta distanza dalla corte, dal mondo dei signori, una casa insomma dove l’Ariosto poteva sentirsi veramente libero, veramente se stesso.
Anche nostro padre ha sempre cercato case adatte a se stesso, nelle quali poter lavorare e sentirsi libero, e la presente casa, abitata cinque secoli fa da Ludovico Ariosto, non potrebbe essere più degna e significativa per accogliere oggi Giorgio Bassani (in mancanza natualmente e purtroppo della sua casa natale, oggi perduta).
Giorgio Bassani amava in modo assoluto l’Ariosto, sicuramente uno dei suoi grandi modelli letterari : è soprattutto dall’Ariosto che ha imparato a trattare con una certa ironia, contempladola da lontano, la materia dei suoi racconti (l’Ariosto contempla la propria materia-il mondo cortese-dalla luna, Bassani contempla la propria materia, cioè Ferrara, da Roma).
Ma c’è di più: Ludovico Ariosto in persona, con la sua casa, è diventato il protagonista di un racconto di Bassani : un racconto fulmineo e potente, scritto nel 1950, dal titolo « Ludovico Ariosto e Alessandra Bonucci », che in qualche modo annuncia « La passeggiata prima di cena », lungo racconto, quest’ultimo, facente parte delle « Cinque storie ferraesi » (1956) e dove la figura del protagonista, Elia Corcs, con la sua casa anch’essa mezza di città e mezza di campagna, riprende e si confonde con quella dell’Ariosto, tratteggiata nel racconto del 1950, appena citato.
Di là dallo splendido programma di studi, attività, creazioni di vario genere messo in opera dallo Stato italiano nel 2016 tramite il Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Giorgio Bassani e in cui la Fondazione, da parte sua, ha certamente avuto un ruolo primordiale, il lavoro su Bassani è bel lungi dall’essersi concluso, anzi, non fa che intensificarsi, arricchirsi, affinarsi, non fa che aprirsi a sempre nuove esperienze , a sempre nuove scoperte e prospettive. Lo sanno del resto benissimo i tanti giovani che lo studiano nelle scuole e università del mondo intero e che noi consigliamo, guidiamo, aiutiamo. Questi giovani si accostano a Bassani magari solo per consultarne qualche carta o per svolgere un breve elaborato o un breve tirocinio in ambito scolastico o accademico o eventualmente per scrivere una tesi, ma ecco che poi non lo abbandonano pù e, almeno er quanto riguarda i più avanzati negli studi, ne parlano e ne scrivono in occasione di convegni ed in seguito anche lo insegnano…
Perchè l’opera di Giorgio Bassani, fonte inesauirbile com’è di prospettive storiche, politiche, sociali, poetiche, morali, ecc ., è un’opera in continuo divenire, è un’opera profondamete attuale. Del resto Giogio Bassani nei suoi libri ha sempre parlato del presente, del suo proprio pesente. La Ferrara di cui lui parla –la vera protagonista delle sue storie- questa città dai contoni cosi’ precisi, cosi’ databili, è la Ferrara appena uscita dalle tragedie della guerra, della dittatura fascista e dei campi di sterminio, è una società poco propensa a voltarsi indietro, a ricordarsi di quello che è accaduto, a prenderne atto lucidamente, poco propensa a onorare veramente i suoi martiri e i suoi eroi, è una società nel complesso troppo prudente, troppo paurosa e ripiegata su se stessa, è una società insomma pusillanime e vigliacca, impreparata a costruire degnamente il suo futuro. Ebbene, questa Ferrara non è altro per Bassani che l’Italia intera, la patria tanto amata, per la quale ha lottato da antifascista rischiando la vita, è la patria nella quale lui ha tanto sperato, mosso dagli ideali di giustizia e libertà che lo hanno fomato, e che ora, al momento della ricostruzione repubblicana –siamo tra il ’45 e il ’47 circa- risponde troppo timidamente all’appello, non è all’altezza delle sue aspettative davvero democratiche. Questa Ferrara non è altro che l’Italia, e dunque, in fondo, non è altro che il mondo intero, la società umana con le sue grandezze e le sue miserie e che Bassani sferza con la sua ironica e vibrante carica morale, ma che sa anche contemplare con spirto amaro intriso di pietà.
Tutto è incerto nella pagine di Giorgio Bassani ( a cominciare dalla ineffabilità dei suoi personaggi), tutto è incerto, tranne questa sua disperata e ottimistica passione morale, questo suo rispetto della verità storica, questo suo dovere di memoria, questo suo voler a tutti i costi far rivivere le persone morte, far tesoro del loro esempio, in modo da costruire su basi serie il futuro.
L’opera di Giorgio Bassani, cosi’ come la sua figura di cittadino e di intellettuale impegnato, cosi’ come quella di uomo privato e di padre e che trapela dai tanti ricordi e testimonianze (le nostre, quelle dei suoi amici, quelle del suo epistolario e delle varie inteviste da lui rilasciate, ecc .), ci infonde un senso di grande speranza e di vita.
E’ questo che i giovani e i non più giovani percepiscono. E’ per questo che è giusto e bello offrire una vera casa qui a Ferrara a Giorgio Bassani e alla Fondazione che lo rappresenta.
E’ per questo che è giusto e bello dare oggi nuova vita, ricodandoli e onorandoli, anche a due dei nostri membri appena scomparsi, Carlo Ripa di Meana e Roberto Rizzo.